Paola Ginepri

Acquerelli


Olii

Nata a Genova nel 1960, si diploma all’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova nel 1983. Insegna Discipline Pittoriche in un Liceo Artistico Genovese.
Svolge la sua attività artistica nel campo della pittura, dell’acquerello e dell’incisione.
Il soggetto dominante nelle sua ricerca artistica è la veduta, sia quella paesistica, sia quella urbana che varia dall’entroterra ligure al porto di Genova con scorci verso la città antica e moderna.
Numerose sono le sue personali e le partecipazioni a collettive. Fa parte dell’associazione Incisori Liguri e dell’Associazione Italiana Ex Libris.
Sue opere sono presso la Civica Raccolta Bertarelli di Milano, il Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderne di Bagnacavallo e il Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce di Genova. Negli anni ottanta incomincia a esporre in mostre personali e collettive in Italia.

Aria e acqua

"Ma che cos’ha il pittore in più del comune mortale? Di certo l’attitudine: l’attenzione a guardarsi intorno, a cogliere l’intensità di certe combinazioni percettive, il lento modificarsi della luce, il taglio perfetto di certe visioni momentanee, l’azzardo di taluni accostamenticromatici, la ricerca capziosa dell’armonia anche dove sembrerebbe impossibile trovarla. O forse, puro e semplice, il tempo per far ciò: il pittore coscienziosamente sceglie, invece che altro, di seguire il proprio sguardo, di abbandonarsi in esso, e di riprodurlo per gli sguardi altrui, con tutta l’attenzione ela minuzia che tale compito richiede, pazientemente, per tutta la durata dello svolgersi dell’operazione: minuti, ore, giorni, o addirittura mesi, o anni quando è il caso. E poi, infine, certo, la tecnica, che non è cosa da tutti.

Ebbene, la tradizione della pittura ligustica appare particolarmente esemplificativa di tali caratteristiche, che si adattano al vero pittore come un guanto. Di volta in volta, la tecnica potrà anche essere più o meno raffinata, e forse non è neppure la virtù più indispensabile; ma l’eserciziodello sguardo, attento, accurato, lungo quanto si deve, è sempre nodale e speciale, in un’atmosfera come quella ligure, perlappunto sempre un po’ in discesa o in salita, quando non diagonale, che guarda il mare ampio sempre un po’ dall’alto, che guarda le pendici verdi sempre un po’ dal basso, che misura l’orizzonte smisurato sempre un po’ spaziando da qui a là, da destra a sinistra, da laggiù a quassù, da quaggiù a lassù.

Paola Ginepri appartiene oramai a pieno diritto all’eletta schiera dei pittori di Liguria, non solo e non tanto in quanto liguri di nascita o specifici amanti del paesaggio ligure – ma liguri nello sguardo. Molto diversi tra loro, certamente, appaiono e sono i vari Maragliano, Costa, Merello, Rodocanachi, e poi Saccorotti, Chianese, Luigi Sirotti; eppure li accomuna (e Ginepri tra loro) un esercizio particolare dell’occhio, un confidente scivolamento nelle luci di una terra d’acqua (una terra illuminata di riflesso dal grande specchio dell’acqua) che non si trova altrove se non qui, sulle rive del Mar Ligure.

La pittura di paesaggio –  marino e urbano – di Paola Ginepri è dunque sensibile in massimo grado alla qualità unica della luminosità ligure, che l’artista coglie più volentieri diluente nell’ampia gamma degli azzurri, lì trascolorante con lenta fermezza. Le chiarità cerulee genovesi e rivierasche, e anche dell’immediato entroterra, si spandono nell’aria grazie all’acqua che le riflette depurate e potenziate. Si distendono sulla superficie marina, più increspata incontro agli scogli, più placida tra le navi in porto. Si impigliano trasparenti tra i rami delle grandi piante spoglie sulle alture. Si appendono dolci alle rande e agli alberi delle barche allineate nei porticcioli, ai bracci delle gru e dei bighi, ai tesi cavi d’acciaio, alle antenne lontane dei ripetitori, che le diffondono dolci intorno. Si inseguono rimbalzando lisce tra i sassi dei torrenti nei boschi, tremando nelle pozze ombrose, corrugandosi nello specchio di uno spicchio di cielo. Si sospendono nel cielo poco nuvoloso, si disperdono nel soffio dei venti.

L’atmosfera di Paola Ginepri, l’atmosfera di Genova e del genovesato, è blu. È un respiro intriso di colore: ora un’inspirazione, ora un’espirazione. È un’esperienza che chiunque può provare tra l’aria e l’acqua di Liguria (un’aria che sa di acqua, un’acqua che sa di aria); ma che non tutti sanno riprodurre. Vuote di presenze umane e pure animali – non un passante, mai un gabbiano – le viste della costa, del porto, dei tetti, delle cime degli alberi, presentano e rappresentano allora solo se stesse. Rimandano solo a se stesse, al proprio essere sospese in quegli attimi precisi, rischiarati ora da rimbalzi improvvisi di luce, ora da silenziose dilatazioni di riverberi.

Ci vuole insomma l’attitudine, per imparare a contemplare e collezionare le bellezze turchine; e ci vuole il tempo, per saperle cogliere mature; e ci vuole la tecnica, per riuscire a condividerle con generosità ed efficacia – magari senza appesantimenti intellettualistici, ma con elegante leggerezza calviniana (altro ligure, Italo Calvino, guarda caso)."
Ferruccio Giromini

Hanno scritto di lei
L. Papi, P. Bellini, G. Berlingheli, M. Bompani, E. Bragaglia, M. Chianese, G. Chiappini, V. Faggi, D. Ferin, R. Francesca, A. Gagliano Candela, G. Giubbini, G. Grasso, S. Grasso, D. Grosso, E. Guglielmino, M. Lenuzza, R. Longi, M. Mainardi, E. Marasco, N. Mura, N. Ottria, R. Palminari, O. Petca, P.L. Renier, G. Residori, F. Romualdi, G. Schialvino, M. Scopello, G. Scorza, L. Signoretti, G.C. Torre.