Giovanni Solari

Nato nel 1907, pronipote del pittore Bartolomeo Giuliano, Solari ha frequentato giovanissimo l’Accademia Ligustica di Belle Arti per poi spostarsi a Milano e conseguire la maturità artistica presso l’Accademia di Brera. La sua attività ha inizio nel 1929 con una personale a Varazze, e si intensifica negli anni Trenta e Quaranta, periodo durante il quale espone presso le maggiori rassegne nazionali, dalla Biennale di Venezia alla Triennale di Milano. In questo periodo Solari inizia a frequentare pittori e letterati suoi contemporanei: ricordiamo, fra gli altri, il poeta Camillo Sbarbaro, Lucia e Paolo Rodocanachi, Eso Peluzzi, lo scultore Nanni Servettaz, il pittore Onofrio Martinelli e la moglie, la pittrice Adriana Pincherle, Oscar Saccorotti e Dino Gambetti, con i quali stringerà rapporti di profonda amicizia. Con Saccorotti, in particolare, oltre a dedicarsi dal 1947 al 1953 alla pittura murale eseguendo affreschi, tempere e decorazioni in locali pubblici e privati, ha esposto nel 1953 a Bruxelles presso la galleria “Ex Libris”.

L’attività di Solari si è infatti svolta per lungo tempo anche all’estero e oggi suoi quadri figurano in vari edifici pubblici, gallerie d’arte e collezioni private in Italia, Francia, Germania, Norvegia, Svizzera, a New York e in Sud America. Espressive testimonianze dei viaggi dell’artista sono le tempere dedicate a Parigi, che, insieme con opere raffiguranti fiori, rappresenteranno l’oggetto della mostra al “Basilisco”. Una scelta, questa, dettata dalla volontà di ricordare l’artista tanto attraverso dipinti particolarmente rappresentativi della sua attività quanto tramite lavori in certa misura inediti, o quantomeno ancora poco conosciuti. commenta la figlia Maria Teresa:

"Se la rappresentazione di Parigi e, più in generale, il tema paesaggistico rappresenta uno dei leitmotiv della pittura di mio padre, più rari sono i dipinti raffiguranti fiori, cui si è dedicato sia in studio a Genova, sia durante i suoi frequenti soggiorni in alta Val di Susa, dove spesso amava ritirarsi per lavorare."

Particolarmente emblematica della modalità espressiva di Giovanni Solari è invece la tecnica con la quale i dipinti in mostra sono stati realizzati, come testimoniato dalle parole del critico Gianfranco Bruno, che, parlando della sua opera, ha osservato: “Una tecnica, questa, particolarmente difficile e raramente adottata che Solari padroneggiava magistralmente”.
Hanno scritto di Giovanni Solari: A. Angiolini – D. Astengo – A. Belloccio – A. Barile – G. Berigheli – G. Bruno – F. Ballero – R. Cenni – Viana Conti (Vian) – G. Grazzini – A. Pinghelli – A. Podestà – L. Pennone – N. Servettaz – G. Riva – A. Secondino – F. Tiglio – H. Kerel – E. Zanzi.